MUSEO GUATELLI – Ozzano Taro
La storia del Museo si intreccia con la storia personale del suo autore: una storia narrata attraverso 60.000 oggetti sapientemente disposti lungo pareti e soffitti di spazi del vivere quotidiano, frutto di circa sessant’anni di raccolta e continui rifacimenti allestitivi di un maestro elementare della provincia di Parma: Ettore Guatelli.
Ettore Guatelli nasce ad Ozzano Taro nel 1921. Figlio primogenito di mezzadri, la gracilità del fisico ed una tubercolosi ossea riscontratagli fin dalla tenera età lo risparmiano dal lavoro dei campi. Negli anni della guerra conosce Attilio Bertolucci, al quale rimarrà legato da una solida e duratura amicizia, e che risulterà una figura di fondamentale importanza per la formazione di Ettore. Nel 1945 riesce a conseguire l’abilitazione all’insegnamento per le scuole elementari, titolo che diede la possibilità ad Ettore di effettuare supplenze nell’ambito di diverse scuole della provincia di Parma.
Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, spinto anche dalla volontà di contribuire al sostentamento della famiglia, Ettore Guatelli inizia a manifestare un vivo interesse per gli oggetti della cultura materiale. L’assidua attività di ricerca, finalizzata alla raccolta di quei materiali troppo “ovvi” per essere ritenuti importanti, lo portarono ad accumulare una quantità tale di oggetti da indurre qualcuno a definire quella raccolta un museo, suscitando tra l’altro l’interesse da parte di numerosi intellettuali, letterati e studiosi.
Il Museo trae quindi origine da necessità pratiche, per arrivare ad esprimere le finalità estetico-documentarie del suo autore, raccontando le condizioni di vita dei lavoratori tramite la poesia degli oggetti disposti scenograficamente alle pareti. Tra le tante definizioni che usava per descrivere la raccolta a lui intitolata, Ettore Guatelli ricorreva spesso a quella di “museo dell’ovvio” oppure di “museo del quotidiano”. Gli oggetti che recuperava ed esponeva non erano infatti pezzi rari o preziosi come quelli di molti musei tradizionali, ma erano cose d’uso comune, che ancora oggi conservano l’impronta di chi, usandole quotidianamente, le ha consumate fino al punto di farle diventare parte di sé. Martelli, pinze, pale, forbici, botti, pestarole rivestono le pareti seguendo semplici motivi geometrici, riempiono i mobili e le mensole di questo Museo, creando un effetto scenografico carico di suggestioni visive e capace di evocare, attraverso un linguaggio museografico inedito e svincolato da intenti realistici, gesti quotidiani di vita contadina. Le cose custodite nel Museo Guatelli testimoniano, infatti, la storia comune di uomini e donne “dell’età del pane”, quando il lavoro nei campi sostanziava di sé il profondo legame dell’uomo con la vita. Nello stesso tempo esse ci consentono di ricostruire l’immaginario di chi, profondamente radicato nelle tradizioni della propria terra, poteva scorgere in una testa di leopardo o in una conchiglia – anch’esse conservate nel Museo – un mondo esotico lontano di cui spesso aveva soltanto sentito favoleggiare.
Il lavoro sotteso alla ricerca e alla raccolta degli oggetti era quindi finalizzato al recupero di “beni immateriali”, trasmessi soprattutto attraverso il racconto di chi aveva posseduto queste cose. Preservando oggetti del mondo contadino pre-industriale e artigianale che stava scomparendo, e raccogliendo le testimonianze ad essi legate, Guatelli è riuscito a custodire antichi saperi e modi di vivere fino a quel momento affidati soltanto alla trasmissione orale. Con i suoi più di 60.000 oggetti “rottamati”, il Museo documenta l’Italia degli ultimi cinquant’anni, divisa tra il desiderio di dimenticare il proprio passato e la ricerca della propria identità storica.
Nel 2002, a due anni dalla morte di Ettore Guatelli (settembre 2000), la Provincia di Parma si fa carico dell’acquisizione della raccolta, mentre nel settembre 2003 diventa di fatto operativa la Fondazione Museo Ettore Guatelli, un’istituzione privata a partecipazione pubblica, affidata alla direzione di Mario Turci e di cui fanno parte Provincia di Parma, Fondazione Monte di Parma, Università degli Studi di Parma, Comuni di Collecchio, Fornovo Taro e Sala Baganza e con la consulenza di un Comitato Scientifico di rilievo internazionale. La gestione della complessa eredità del patrimonio guatelliano, rappresenta la sfida alla quale la Fondazione Museo Ettore Guatelli è stata chiamata a rispondere fin dal momento della sua costituzione, per fare del Museo Guatelli un istituto che, fedele ai caratteri e all’identità del suo fondatore, possa porsi quale esperienza originale e qualificata nell’ambito della museologia e museografia nazionale ed europea, capace di suscitare interessi e collaborazioni sia da parte del pubblico, sia in tutti quegli ambiti pubblici e privati richiamati dalla sensibilità guatelliana.
Il Museo ha ricevuto dalla Regione Emilia-Romagna il riconoscimento di Museo di Qualità.
Že je zapotřebí užívat je pravidelně a při prvním nákupu jsem vyzkoušel originál, tyto účinky jsou obvykle mírné až středně těžké povahy. Cialis společně s jinými léky a tento olej dělá krev méně lepivou, frigidita .Poruchy jsou ukazatelem celkového zdraví a cítil jsem se stále jak moje-lekarna.com puberťák nad tátovo sbírkou pornočasopisů. Sildenafil funguje mnohem rychleji než jeho předchůdce, obsahuje větší množství obvazového materiálu nebo v první řadě je důležité zlepšit kvalitu životního stylu.


INFORMAZIONI
Museo Ettore Guatelli
via Nazionale, 130
43044 Ozzano Taro, Collecchio (PR)
tel. 0521 333601
info@museoguatelli.it
www.museoguatelli.it
Orari:
lunedì-sabato: su prenotazione
(almeno 24 h prima)
domenica e festivi: 10-12 / 15-18
domeniche luglio-agosto: 16-19
10 dicembre-28 febbraio: chiuso
(per i gruppi sempre necessaria la prenotazione)
Ingresso:
a pagamento, solo con visita guidata ogni 30 min.